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Le tranvie

La realizzazione della fitta rete tranviaria in provincia di Napoli inizia nel 1875 ad opera di una società belga, Société Anonyme des Tramways de Naples, che costruisce soprattutto linee all’interno della città di Napoli, inizialmente a cavalli, qualcuna a vapore, poi tutte elettrificate.

Tram elettrico a S. Martino

All’inizio degli anni Ottanta un’altra società belga, Société Anonyme des Tramways Provinciaux de Naples, comincia a costruire linee verso i paesi a nord della grande città, percorse da tram a vapore, mossi dall’energia elettrica a partire dall’inizio del Novecento. Fin dall’inizio elettriche sono invece le linee della terza società tranviaria belga, la Société Anonyme Belge des Tramways, che, a partire dal 1899, trasportano passeggeri dal Museo nazionale verso Capodimonte e gli altri comuni settentrionali della provincia. Nel complesso all’inizio del Novecento le tre società arriveranno a gestire una rete tranviaria nella provincia di Napoli di circa 124 km, che trasporta poco meno di 60 milioni di passeggeri l’anno. La realizzazione di linee tranviarie a lunga percorrenza segue l’orientamento a cui pervengono tra il 1879 e il 1880 Deputazione e Consiglio provinciale (per i quali passano tutte le concessioni extraurbane) dopo un dibattito sui vantaggi di questo tipo leggero di locomozione su rotaia, rispetto alle ferrovie complementari. Inizialmente la maggioranza della Deputazione si orienta per le ferrovie economiche, soprattutto perché più veloci delle tranvie e più valide per il trasporto delle merci, grazie alle strutture di cui è possibile dotare le stazioni. Alcuni suoi componenti propendono invece per i tramways, «perché passando sopra strade provinciali, non hanno bisogno di espropriazioni, spendono poco e possono avere tariffe più miti. […]

Tramways napoletani

Passando nel mezzo dei comuni pigliano il viaggiatore per via senza obbligarlo ad andare alla stazione. […] Lasciano del tutto libera la strada al passaggio dei carri, vetture e pedoni mentre che le ferrovie ne sottraggono al transito una porzione». Il Consiglio provinciale nomina allora un’apposita commissione, formata dai consiglieri principe di Cellammare, Carlo Ajello, Rocco De Zerbi, Gabriele Ravelli e Luigi Simeoni, che consegna un lungo e articolato rapporto conclusivo il 27 maggio 1880; questa sceglie l’opzione tranviaria, che significa avere «una vettura celere sempre pronta, in qualunque punto del suo percorso, a disposizione di chi se ne voglia avvalere». L’ultima linea tranviaria della provincia di Napoli viene costruita nei primi anni del Novecento dalla Società Anonima delle Tramvie Elettriche Sorrentine. Si tratta dell’unica compagnia tranviaria della provincia non legata all’imprenditoria belga, ma creata da uomini d’affari napoletani e da commercianti di agrumi ed armatori sorrentini. L’azienda, costituita a Napoli nell’aprile 1903, rileva una modesta azienda lionese, titolare della relativa concessione, e in pochi anni provvede a costruire la linea a trazione elettrica Castellammare-Sorrento, di 19 km. Le corse iniziano nel 1906. (Questa linea sarà dismessa nel 1948, per l’arrivo a Sorrrento della Circumvesuviana).

Silvio de Majo

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