L'Italia unita - Servizi e infrastrutture - Sanità e beneficenza - Fonti e bibliografie

Fonti e bibliografia

Achille d’Orsi
Proximus tuus
Bronzo; 1880
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Con la definitiva chiusura delle strutture manicomiali, sancita dalla legge 180 del 1978, la Direzione generale degli Archivi ha dato inizio al censimento e recupero dei documenti conservati negli archivi degli ex ospedali psichiatrici, elaborando un progetto su scala nazionale che porta il nome di “Carte da legare”. Grazie a tale intervento si è reso disponibile, fra l'altro, l'inventario dell'archivio istituzionale e delle cartelle cliniche del San Francesco di Sales e del Bianchi (archivi.beniculturali.it/divisione_III/cartedalegare.html). Gli Atti del Consiglio Provinciale di Napoli sono, dal canto loro, di grande utilità per lo studio delle idee, delle istituzioni assistenziali e della loro distribuzione sul territorio. Essi contengono i verbali delle discussioni consiliari intorno all'allestimento delle strutture manicomiali, quindi consentono di seguire il progetto riformatore nelle sue varie tappe. Accanto alle migliori intenzioni espresse dallo spirito scientifico e filantropico dell'epoca, viene fatta luce sulle ragioni sociali, economiche, burocratiche di un insuccesso. “Una casa manicomiale presenta una sintesi di tre diversi concetti: sicurezza pubblica, clinica e beneficenza”, si legge in una Memoria di Francesco Saverio Suppa (Atti, 1877): attraverso la sua realizzazione “si misura il progresso e la civiltà di un popolo”. Torna di continuo il tema per cui “Napoli, non seconda alle prime città italiane [dovesse possedere] un manicomio modello rispondente ai bisogni della sua Provincia”; manicomi, difficoltà d'impianto dei nuovi corpi di fabbrica, costi esorbitanti dovuti al sostentamento degli internati – che anziché guarire, diventavano cronici- e degli addetti, inconcludenze delle svariate Commissioni incaricate sono temi costanti di ogni opposizione politica per decenni. I progetti di costruzione, i lavori delle Commissioni sono espressione dei criteri che informano il sapere dell'epoca: ad esempio la separazione dei malati cronici dagl'incurabili, oppure il passaggio dalla periferia come luogo deputato, vedi la Madonna dell'Arco, agli impianti di centro città, ritenuti in seguito più adatti alle esigenze di recupero del malato. Viene documentato inoltre, grazie alla periodica elaborazione di indagini statistiche accuratissime, l'impatto prodotto dalle diverse forme della malattia sulla popolazione; questa viene a sua volta suddivisa per sesso, età, mestieri, provenienza. La fonte offre anche altri spaccati della società napoletana. Seguendo l'iter di trasformazione di San Francesco di Sales in manicomio, veniamo a sapere, fra l'altro, che a motivare l'inadeguatezza dell'ex monastero era l'assoluta precarietà statica dell'edificio: nel corso della ristrutturazione veniva denunciata l'assenza di pozzolana dalle fondamenta, evidentemente e dolosamente trafugata negli anni, o nei secoli, precedenti.

Paola Milone

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