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Il processo Cuocolo (1906-1912)

A ridosso della denuncia della cosiddetta “alta camorra politico-amministrativa”, portata avanti nel 1900-’02 dall’Inchiesta Saredo, sulla proteiforme delinquenza napoletana si accendono pochi anni dopo i riflettori del maggior processo di camorra mai giunto alle aule giudiziarie, di eco addirittura internazionale. Grazie al primo episodio di pentitismo, e peraltro con gravissime manipolazioni nella costruzione della verità giudiziaria, il processo Cuocolo risolve un duplice omicidio di camorra del 1906: sono inflitte pesanti condanne, che vent’anni dopo si sarebbero parzialmente rivelate frutto di errore giudiziario (Museo Criminologico). Questo ingarbugliato processo divide l’opinione pubblica e la stessa magistratura trasversalmente tra destra e sinistra, e apre un intenso dibattito sulla camorra plebea e insieme imborghesita. La metafora della “piovra”, che con i suoi tentacoli attanaglia la grande città, rende bene la storia del processo, che vede alla sbarra un gruppo composito di camorristi (mercanti e ladri, un prete e un maestro biscazziere che aggancia il corrotto mercato elettorale). Un forte allarme sociale si sviluppa a partire dagli stessi contrastanti scenari del duplice delitto: una spiaggia deserta di Torre del Greco, dove viene accoltellato un uomo e un appartamento finto borghese di via Nardones, dove viene uccisa la moglie. La storia dei due, che erano basisti per furti di appartamenti, finita in tragedia, calamita bene le ansie della Napoli della belle époque, che si è lasciata alle spalle i bassifondi ma vede rispuntare i pericoli della mobilità fittizia e dei confini sociali insicuri. Isolata dalla più coesa camorra provinciale, la camorra urbana subisce una repressione – dalla quale l’organizzazione storica non si sarebbe ripresa – segnata da uno stile “tolleranza zero”, fortemente motivato a livello di polizia giudiziaria dall’Arma dei carabinieri, che seguirono l’input del Duca d’Aosta, il quale a sua volta intendeva stoppare l’invasione da parte dei guappi eleganti di ambienti riservati alle élites (il caffè Gambrinus, le corse di cavalli). Al processo, che si svolse a Viterbo per legittima suspicione, dedicarono molta attenzione i media, sia nel montaggio dell’opinione colpevolista sia per i dettagli della procedura: come incastrare la criminalità di tipo mafioso ben protetta dall’omertà è questione che interessa anche la giustizia degli Stati Uniti d’America.

Marcella Marmo

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