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L’Inchiesta Saredo
L’inchiesta governativa, affidata alla fine del 1900 per il Comune di Napoli al senatore ligure già consigliere di Stato Giuseppe Saredo, nel 1902 produce una seconda indagine per l’Amministrazione provinciale. Le due inchieste ricostruiscono gli andamenti dei servizi pubblici, come della pubblica finanza, ed in particolare per il Comune di Napoli emerge la diffusa corruzione, che si affianca alla gestione sovente illegale della macchina amministrativa. La pratica della tangente è attestata per diverse concessioni di appalti e contratti nei pubblici servizi, anche se l’espressione “camorra” - più che indicare un’escalation di uomini dell’organizzazione criminosa verso le istituzioni amministrative - sembra riferirsi essenzialmente all’abuso del clientelismo elettorale. Dalla severa indagine amministrativa scaturiscono anche diversi processi penali, talora con esito di condanna, come per il deputato Alberto Agnello Casale, il sindaco di Napoli Celestino Summonte ed alcuni impiegati. Le due inchieste che colpiscono l’“alta camorra politico-ammministrativa”, pongono sul tappeto la problematica della “questione economica” che è a monte della “questione morale”. Tutto ciò confluisce nell’ampio dibattito sull’avvenire industriale di Napoli, secondo la prospettiva già avanzata nel 1900 da Francesco Saverio Nitti che si concretizza nella legge per l’incremento industriale di Napoli del 1904.
Marcella Marmo
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