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Le farmacie
Sappiamo da Giuseppe Maria Galanti (Della descrizione geografica e politica delle Sicilie, Napoli, 1793) che alla fine del Settecento a Napoli esistono 100 spezierie, in tutto il Regno 2.200. Nel 1828 le botteghe di farmacia della capitale sono 166, per arrivare a 223 nel 1849 e 269 nel 1871. Nell’Ottocento preunitario il trend positivo riguarda tutte le attività sanitarie e vede in progressivo aumento chi esercita l’arte farmaceutica. Dalla ricostruzione topografica del 1849 risulta piuttosto omogenea nei dodici quartieri della città la distribuzione delle botteghe di farmacia. Esse sono sottoposte alla visita annuale da parte del Protomedicato, che così esercita il controllo sugli speziali-farmacisti durante l’intero arco della vita lavorativa. Dal 1861 fino al 1865 il Protomedicato viene sostituito dal Consiglio Superiore di Sanità, poi dalla Prefettura. Il prefetto ha la facoltà di concedere o negare l’autorizzazione per l’apertura di una farmacia e, in caso di apertura illegittima, può farne eseguire la chiusura. Ordina le visite di ispezione che hanno scadenza biennale.
Gabriella Botti |
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