Il Regno delle Due Sicilie - Servizi e infrastrutture - Trasporti

La ferrovia Napoli-Portici

Il 3 ottobre 1839 è inaugurata la ferrovia Napoli-Portici, prima in Italia, tratto iniziale di 7,640 km di una linea che in cinque anni congiungerà la capitale del Regno delle Due Sicilie con Nocera e con Castellammare.

Salvatore Fergola, Arrivo al Granatello del treno inaugurale, olio su tela
(particolare della cerimonia inaugurale alla presenza del Re Ferdinando II di Borbone)

Grandi sono le celebrazioni della stampa, napoletana e internazionale, per l’avvenimento e molto se ne gloria Ferdinando II. Ma nessun aiuto concreto è venuto dallo Stato per la realizzazione della strada ferrata, ad eccezione di un certo appoggio dato dal ministro dell’interno Nicola Santangelo. L’opera è frutto dell’intraprendenza di quattro imprenditori francesi, i tre fratelli Bayard (Armando Giuseppe – maggiore protagonista – Ferdinando Giovanni e Carlo) e Fortunato De Vergés, e della loro capacità di rastrellare sul mercato francese gli ingenti capitali necessari. Il progetto è presentato da Armando Giuseppe Bayard al re e ai suoi ministri all’inizio del 1836 e nonostante alcuni pareri sfavorevoli (soprattutto per la mancanza di carbone e ferro nel regno e la previsione di scarsi traffici di merci) è approvato nell’autunno dello stesso anno. All’inizio del 1837 è costituita a Parigi la Società in accomandita per la strada ferrata Napoli-Nocera e diramazioni, con un capitale di oltre due milioni e mezzo di ducati. I lavori iniziano nell’agosto 1838 e proseguono per alcuni anni fino al completamento della linea per un totale di circa 41 km: ad agosto 1842 è inaugurata la diramazione per Castellammare, a maggio 1844 la linea principale, con il tratto Torre Annunziata-Nocera.

Salvatore Fergola, Arrivo al Granatello del treno inaugurale, olio su tela
(particolare della Locomotiva Vesuvio)

In molte località la Bayard costruisce edifici-stazione di grandi dimensioni. La stazione principale è naturalmente quella di Napoli, imponente, posta tra Porta Nolana e Porta Capuana, lungo la via detta dei fossi, accanto all’attuale stazione delle Circumvesuviana. Il materiale utilizzato è acquistato quasi tutto all’estero, come anche le 15 locomotive e i 160 vagoni, ma alcune lavorazioni in ferro sono eseguite dalla fabbrica dei Granili (Zino e Henry). La linea ha grande successo: la velocità di percorrenza, la frequenza dei treni, i prezzi contenuti (per la terza classe), la notevole consistenza numerica della popolazione coinvolta, l’interesse turistico per alcuni luoghi attraversati o avvicinati (penisola sorrentina) consentono una consistente presenza di viaggiatori, pari a oltre un milione all’anno, molti di più dei 720.000 previsti da Bayard. Il successo della Bayard e considerazioni di ordine politico-militare spingono Ferdinando II a realizzare, in quelli stessi anni a spese dello Stato, la linea Napoli-Caserta-Capua di 43 km, inaugurata in due fasi nel 1843-44. Due anni dopo lo Stato realizza la linea Cancello-Nola, di 12 km, diramazione verso ovest della Napoli-Caserta. Ma dopo queste iniziative il fervore ferroviario di Ferdinando diminuisce radicalmente: non vi vengono realizzate altre linee statali, né si dà sostegno sufficiente ai progetti o alle iniziative di ingegneri o società private. Perciò al momento dell’unità d’Italia il Regno delle Due Sicilie dispone solo di 126 km di ferrovie, su un totale di 2.405, dislocati per lo più in Piemonte e nel Lombardo-Veneto. Buona parte dei chilometri di ferrovia meridionali sono però nella provincia di Napoli.

Silvio de Majo

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