Il Regno delle Due Sicilie - Servizi e infrastrutture - Sanità e beneficenza

Le istituzioni di beneficenza

Dopo un breve periodo in cui si vuole affermare il principio di restaurare la situazione precedente, già il 1° febbraio 1816 viene ristabilita la rete dei Consigli degli ospizi e delle relative commissioni nelle province. Le istituzioni di maggiore grandezza nella città sono: il Reale Albergo dei Poveri con ospedali e ricoveri ad esso collegati, SS. Pietro e Gennaro extra-moenia, Real Santa Casa dell'Annunziata e l'ospedale degli Incurabili.

Il Real Albergo dei poveri

Il Reale Albergo dei Poveri
Il Reale Albergo dei Poveri rappresenta per la sua storia, le sue dimensioni, il suo impatto anche nella fantasia popolare, un paradigma delle condizioni della reclusione dei poveri, il Reclusorio per antonomasia. Un termine popolare certamente negativo lo definisce «il Serraglio» ed i suoi reclusi «serragliuoli». L'opera è voluta nel Settecento da Carlo di Borbone. Con la Restaurazione diventa un grande complesso amministrativo, comprendente l'edificio fondato nel XVIII secolo e altre sette «case», comprese istituzioni specializzate per ciechi e sordomuti: SS. Giuseppe e Lucia, per i ciechi di sesso maschile (Decreto n. 1239, 8 luglio 1818); San Francesco di Sales, conservatorio femminile (manicomio dopo l'Unità); Santa Maria dell'Arco, per vecchi e storpi, a Pollena Trocchia, manicomio dopo l'Unità ( Decreto n. 909, 25 settembre 1817); Santa Maria di Loreto, ospizio poi ospedale a partire dal 1834; Santa Maria della Vita, per donne vecchie e malate; Cesarea, ospedale per uomini; Santa Maria della Fede, sifilicomio. All'interno dell'Albergo è attiva una scuola che adotta un metodo particolare (Cozzolino) per l'insegnamento ai sordomuti. Dovranno in seguito essere avviati all'Albergo tutti i ciechi ed i sordomuti del Regno (Disposizioni del 18 giugno 1840). Nel 1818 la rendita del luogo ammonta a 130.000 ducati l'anno. Un aumento ulteriore dei reclusi si verifica dopo il colera del 1836. Nel 1845 l'Albergo conta ormai 3.893 reclusi solo nell'edificio centrale. Ad essi vanno aggiunti (le cifre sono approssimative): 900 reclusi in San Francesco di Sales; 1000 in Santa Maria della Fede, S. Maria della Vita e Cesarea; 250 in Santa Maria di Loreto; 250 in San Giuseppe a Chiaia; 250 in Santa Maria dell'Arco. Dunque reclusi che superano spesso il numero di 6.000 unità. Negli anni successivi sembra però che questa amministrazione si riveli eccessivamente complicata ed elefantiaca. Infatti le condizioni di vita interne sono sempre più caratterizzate da un grave abbandono. Allo scopo di semplificarne la gestione si prevede una maggiore autonomia amministrativa di alcune "case" e si riduce il raggio della supervisione dell'Albergo (decreto n. 8369 del 21 settembre 1843 e n. 8440 del 10 dicembre 1843). Si pensa di contenere la crescita eccessiva dell'ospizio istituendo depositi di mendicità nelle altre province.

Casa Santa dell'Annunziata, ruota

La Real Santa Casa dell'Annunziata
L'Annunziata è insieme chiesa, ospedale, ruota, conservatorio e alunnato. È nota soprattutto per l'importanza della «ruota» dei bambini esposti e di tutta l'attività di baliatico interno ed esterno. Secondo Salvatore De Renzi negli anni quaranta dell'Ottocento gli esposti sono 986 maschi e 1054 femmine, per un totale di 2.040 all'anno. L'ente ottiene nel 1815 una rendita di 73.000 ducati, in seguito ulteriormente rivalutata. Nel 1816 l'alunnato, fiore all'occhiello di questa istituzione, conta fino a 200 ragazze.

Lucia Valenzi

Istruzione Pubblica

Sanità e beneficenza


Pubblica sicurezza

Porti, interporti, ponti e strade

Trasporti
 
 
   
     
 
La sanità
Le farmacie