L'Italia repubblicana - Cultura e Patrimonio - Promozione delle arti - Nuove acquisizioni

L’acquisto di 18 opere d’arte

La collezione d’arte della Provincia di Napoli è stata incrementata nell’aprile del 2003 da un gruppo di 18 opere acquistate sul mercato antiquario. Si tratta di dipinti di paesaggio, dal Settecento alla prima metà dell’Ottocento, di artisti italiani e stranieri, provenienti da una collezione privata napoletana e posti in vendita sul mercato antiquario, relativi alla rappresentazione di suggestive vedute cittadine e dei dintorni di Napoli, e di alcune scene di genere con usi e costumi popolari. La scelta di acquisire nelle collezioni provinciali questo nucleo di opere è stata dettata dall’idea di riportare nel territorio di provenienza opere d’arte che, altrimenti, sarebbero potute entrare in collezioni private italiane o straniere. Quindi il senso della documentazione e della memoria del territorio, va a coniugarsi con l’idea della tutela del patrimonio. Le opere di maggior interesse sono lo straordinario paesaggio di Carlo Bonavia che riprende il Mausoleo di San Vito, in realtà un massiccio colombario romano della seconda metà del I secolo dopo Cristo, diventato in epoca cristiana una chiesetta dedicata appunto a San Vito, ubicato nell’attuale zona di Quarto, vicino Pozzuoli; la veduta agreste di Joseph Rebell con Il Castello di Ischia da San Michele, nella quale il pittore austriaco fa rivivere le descrizioni rese nel romanzo di Lamartine Graziella (1812), con una rappresentazione della natura “selvaggia” indagata senza abbellimenti e pregiudizi. Come era nei codici pittorici dell’epoca anche gli avvenimenti storici erano trattati con un fare “bozzettistico”, da scena di vita popolare: è il caso della teletta dipinta da Pasquale Mattej nel 1849 in occasione della visita a Napoli del pontefice Pio IX; nel Pio IX benedice il popolo da Palazzo Reale in cui la vivacità cromatica e luministica sono utilizzati per ritrarre la moltitudine dei fedeli riuniti nello spazio antistante il Palazzo Reale per rendere omaggio al Papa. Degno di attenzione è anche il gruppo di opere che riprende i costumi e le tradizioni napoletane, che sono state di grande stimolo e curiosità per gli artisti stranieri attivi a Napoli, come la Sonata in una terrazza sul golfo di Pozzuoli di Franz Ludwig Catel databile al 1826, in cui l’esperienza emotiva del paesaggio dal vero si unisce alla suggestione dei soggetti popolari, resi in una visione idillico-campestre; il Ritorno dal pellegrinaggio della Madonna dell’Arco di Penry Williams (1840 ca.) in cui l’artista inglese descrive con interesse gli aspetti folclorici, dalle vesti da cerimonia alle acconciature ornate da ricche ghirlande di fiori; e il Ballo di Napoli detto la tarantella di Xavier della Gatta, datato 1800, una tempera su carta che trova un preciso riscontro nelle Raccolte dei varii vestimenti del Regno realizzate da Pietro Fabris nel 1773, in cui sono recuperati i costumi, le abitudini e i mestieri delle classi contadine all’insegna di un gioco raffinato, di intrattenimento per la corte e l’aristocrazia, ma anche con il valore di souvenir per i viaggiatori che visitavano Napoli e i suoi dintorni.

 

Patrizia Piscitello

 
 

 

Promozione delle arti

Monumenti

Tradizioni popolari
 
   
     
 
Musei
Nuove acquisizioni
Canzone napoletana
Cinema