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L’immagine di Napoli in un secolo di cinema

L'immagine di Napoli, nel periodo del cinema muto, presenta forme caratteristiche e riconoscibili. è il precipitato di una lunga tradizione che si concretizza in un codice visivo di riferimento. Quel che più attrae il visitatore è una realtà fatta di "bassi", panni stesi, folla brulicante. Con l’avvento del fascismo sono combattute, con provvedimenti censori e con campagne di stampa, le manifestazioni "deteriori" della vecchia Napoli. La versione cinematografica di Napoli milionaria del 1950 mostra un rastrellamento fascista nei vicoli del centro. L’immagine di Napoli voluta dal regime è quella dei cinegiornali LUCE, di una città nuova, moderna, imperiale. Con la caduta del regime e la fine della guerra Napoli e il Mezzogiorno ridiventano campo di ricerca da parte del Neorealismo. Mentre Eduardo porta in scena la sua Napoli milionaria, Rossellini in Paisà fissa in poche immagini il dramma dello scugnizzo e del militare americano. Alle Quattro Giornate viene dedicato O’ sole mio diretto da Giacomo Gentilomo. L'immagine non è più imperiale e guerriera, ma "dolente" e si protrae fino all'inizio degli anni cinquanta. Al tramonto del Neorealismo il cinema di qualità produce ancora qualche frutto come Processo alla città di Zampa o L’oro di Napoli di De Sica. Fioriscono anche film di carattere regionale in cui prevale la canzone e il folklore. Il melodramma popolare viene ambientato a Napoli o nei dintorni da Raffaello Matarazzo con grande successo di pubblico. Con La sfida del 1957 Francesco Rosi ricomincia ad analizzare il presente e la società che si trasforma. Le mani sulla città del ’63 abbatte metaforicamente il vecchio pino di Posillipo. Una vecchia immagine di Napoli, cartolinesca e sempre uguale a se stessa, va in frantumi. Da allora l’immagine si parcellizza in innumerevoli frammenti in cui generi e autori di qualità diversa si esercitano in una loro visione della realtà. Non si trova più una nuova icona, ma una generica napoletanità in cui convivono tradizione e innovazione, passato e presente. Negli ultimi anni si segnalano, su versanti diversi, due nomi in particolare: Massimo Troisi e Mario Martone.
 

Pasquale Iaccio

 
Massimo Troisi Mario Martone
 
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