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Mitilicoltura e ostricoltura in area flegrea
Fusaro, Mitilicoltori

La coltivazione dei mitili (cozze) e delle ostriche, praticata soprattutto nei laghi Fusaro e Miseno (Mare Morto), ha avuto una storia alterna. Fino all’introduzione delle tecniche taratine negli anni venti del Novecento le due culture sono incompatibili. Da Taranto, il maggior centro di produzione dei mitili, il prodotto veniva importato a Napoli e depositato nelle acque tra Santa Lucia e il Castel dell’Ovo. Anche il lago Fusaro è un deposito di molluschi tarantini. La coltivazione industriale dei mitili si comincia a praticare nella zona flegrea dagli anni venti del Novecento, con l’arrivo di un tecnico dell’Azienda demaniale del Mar Piccolo di Taranto; pian piano essa si sviluppa con il trasferimento delle colture nel mare aperto ed il miglioramento delle tecniche, con un particolare incremento dal secondo dopoguerra in poi, mentre nei laghi rimane la sola attività di pesca. L’epidemia di colera del 1973 blocca lo sviluppo della mitilicoltura, che fino a quegli anni sembrava destinato ad una crescita illimitata, specie lungo il litorale tra Napoli e Bacoli. Dopo la distruzione dei pergolati, la ripresa ufficiale delle coltivazioni si ha nel 1975, quando si costituiscono numerose cooperative per la produzione e la vendita, con impianti adatti alla depurazione (la più importante è la IRSVEM di Baia). L’ostricoltura invece presenta una storia di progressiva decadenza, anche per il notevole tasso di inquinamento e di degrado ambientale che il lago ha raggiunto negli ultimi anni.

Pozzuoli, Mitilicoltori Napoli, Santa Lucia

Qui infatti a fine Settecento re Ferdinando aveva fatto introdurre a Fusaro (uno dei suoi “Siti Reali di pesca”) ostriche provenienti dalle coltivazioni di Taranto, riprendendo le tecniche adottate dai romani nel lago di Lucrino. Tale attività continua fin dopo l’Unità, allorché si ha una lunga crisi, seguita da una ripresa di fine Ottocento: nel Casino Reale Vanvitelliano è anche aperto un sontuoso ristorante. Alla nuova crisi dei primi del Novecento subentra nel 1918 la gestione diretta, assunta dal ministero delle Finanze, che, dopo un accurato studio ambientale, cerca di ripristinare l’ostricoltura. Nel 1928 la gestione del Fusaro, insieme ai laghi Lucrino e Mare Morto (Miseno), è assunta dall’Azienda Demaniale del mar Piccolo di Taranto, che provvede a far eseguire alcune bonifiche. Oggi esso è sotto la gestione del Centro Ittico Tarantino Campano.

Maria Sirago

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