Il Regno delle Due Sicilie - Attività economiche e produttive - Turismo

Pittoresco, paesaggio romantico, climatismo, termalismo e balneazione

Nei decenni centrali dell’Ottocento il turismo europeo entra nella fase della cosiddetta industrializzazione, vale a dire che tutti i servizi necessari per il viaggio e il soggiorno si avvantaggiano dei grandi progressi compiuti dall’industria e dalla tecnica. Il miglioramento delle comunicazioni ­– ad esempio la navigazione a vapore e le ferrovie –,  dell’edilizia e dell’igiene in generale rendono più facili gli spostamenti.
In questi decenni l’Italia rappresenta in assoluto la meta di maggiore successo del turismo europeo, nonostante le difficoltà create dalle condizioni politiche imposte dalla Restaurazione, che poco agevolano i movimenti alle frontiere dei diversi Paesi che compongono la Penisola.
Anche a seguito di un’espansione dei rapporti commerciali con il resto d’Europa, Napoli e la regione napoletana aumentano ancor più la loro capacità di attrazione: è forte il desiderio di visitare questa città che ha in sé e nei propri circondari attrazioni immaginifiche, curiosità naturali, paesaggi romantici e soprattutto forti elementi di pittoresco.
L’impiego di navi a vapore sui collegamenti marittimi tra Napoli e gli altri porti del Mediterraneo occidentale, l'apertura della ferrovia Napoli-Castellammare e della strada Castellammare-Sorrento, il miglioramento dei collegamenti tra Napoli e i Campi Flegrei portano ad un ulteriore aumento degli arrivi stranieri e a un mutamento e potenziamento dei flussi interni.
Nell’arte figurativa la ricerca del pittoresco trova grande ispirazione lungo la costa, e all’iconografia prodotta dal grand tour segue una straordinaria stagione pittorica, nota come la scuola di Posillipo, che contribuisce alla fama del paesaggio dei Campi Flegrei da una parte e della Penisola sorrentino-amalfitana dall’altra.

Capri, Grotta Azzurra 25 settembre 1832, matita, acquerello e inchiostro nero a penna su carta bianca 236 x 323, Napoli, Certosa e Museo di San Martino, dono Ferrara Dentice (1934), inv. 23176, pubblicato in: I colori della Campania. Omaggio a Giacinto Gigante,
Electa Napoli, Napoli 2006.

È in generale l’intera geografia turistica dell'area napoletana ad arricchirsi, inglobando altre località del golfo. I motivi sono numerosi. Prima di tutto le virtù terapeutiche del clima della città di Napoli, decantate per tutta la seconda metà del Settecento, cominciano ad essere contestate. Nei quartieri litoranei restano solo gli artisti, in particolare i tedeschi, mentre gli ammalati inglesi preferiscono risalire verso le zone collinari, considerate più salubri. In estate poi, gli stranieri lasciano la città – come d’altronde accade a Firenze, Roma e Venezia – e si trasferiscono in località più fresche, come Castellammare di Stabia, Sorrento o Capri. A Sant’Agnello, nei pressi di Sorrento si trasferisce la parte più eccentrica della corte borbonica, al seguito di Leopoldo di Borbone, mentre a Capri sbarcano gli stranieri più singolari, alla ricerca di libertà e informalità; qui la ri-scoperta della Grotta Azzurra (1827) aggiunge un altro importante motivo pittoresco al richiamo dell’isola.
Se l’istanza artistica del pittoresco spinge verso i paesaggi marini, le nuove indicazioni terapeutiche per lenire le malattie dell’apparato respiratorio, assieme al cambio d’aria, prescrivono bagni di mare. Inizia così la fortuna delle ville private sulla costa sorrentina e dei primi alberghi. Al potenziamento di questi primi servizi standard di ricettività non sono estranei elementi e capitali stranieri.

 

1846, 10 marzo. Castellammare di Stabia. La sottointendenza di Castellammare di Stabia accorda il permesso di locandiera a Margherita Pagano di Capri (Archivio privato famiglia Pagano, Capri), pubblicato da Gianluca Giannico, Investimenti nella ricettività alberghiera nel sud Italia: dai primi albergatori di Capri all’arrivo dei “milanesi”, in Annunziata Berrino (a cura di), Storia del turismo. Annale 2005, Franco Angeli, Milano, 2007.

Quanto ai movimenti interni all’area napoletana, consistenti segmenti di notabilato restano legati alla villeggiatura in campagna sulle pendici del Vesuvio, mentre riprende forza la pratica termale, sull’onda della moda proveniente dal centro Europa. Nei decenni centrali dell’Ottocento, mentre Castellammare di Stabia potenzia il suo già forte richiamo, assistiamo a una riscoperta del termalismo flegreo da parte dell’emergente borghesia napoletana; per rispondere a questa domanda vengono attivati i primi servizi di ricettività sia sul litorale puteolano, sia sull’isola di Ischia.

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Bibliografia