Tra le due guerre - Attività economiche e produttive - Industria - Industria tessile

L’industria tessile

Negli anni ’20 le Manifatture Cotoniere Meridionali, rette dal giovane imprenditore patavino Bruno Canto, devono affrontare la generale crisi cotoniera di sovrapproduzione. I problemi di smercio sono molto gravi per un’azienda all’apice della crescita: con sei stabilimenti in Campania (Poggioreale, Angri, Nocera, Fratte, Piedimonte, Pellezzano) ed uno a Spoleto, per un totale di 10.000 addetti, è il più grande complesso cotoniero italiano. La crisi generale e un inadeguato assortimento della produzione rispetto alle richieste dei mercati esteri rendono così inefficace una strategia aziendale improntata tutta all’espansione sui mercati internazionali, indispensabile data la debolezza strutturale del mercato interno.
Dal 1927 le esportazioni sono anche scoraggiate dalla rivalutazione della lira voluta da Mussolini. Per alcune fabbriche del gruppo la crisi si fa gravissima: a Fratte nel 1927 sono adottate turnazioni quindicinali di lavoro e nel 1931 si arriva alla chiusura dello stabilimento. La grande crisi del 1929 accentua tutti i problemi e determina l’intervento del governo, che sostituisce Canto con Giuseppe Paratore e ripiana la situazione deficitaria dell'azienda. Alla presidenza di Paratore corrisponde un tentativo di rilancio anche in ragione dell’apertura dei mercati coloniali, ma il ridimensionamento delle attività dell'azienda è ormai completo e irreversibile.
Migliore è la situazione delle altre aziende tessili napoletane legate all’avventura coloniale italiana: la S. A. Manifatture Cotoniere d’Etiopia e la Società Meridionale Industrie Tessili per la produzione di filati di canapa, costituite a Napoli nel 1936. La congiuntura autarchica che incoraggia la produzione della canapa, determina la nascita del Canapificio Partenopeo. Frattanto conosce un certo sviluppo la produzione di fibre artificiali, con la S.A. Meridionale Industrie Tessili, che occupa 1.500 operai per la produzione di raion, e con la fusione tra la Compagnia Industriale S.A. Viscosa (CISA Viscosa) e la SNIA Viscosa.

Silvio de Majo

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