Tra le due guerre - Attività economiche e produttive - Turismo
Turismo e fascismo a Napoli

All’indomani del primo conflitto mondiale il sistema turistico del golfo di Napoli mostra importanti segni di continuità con l’anteguerra. Napoli, Pompei, Ercolano, il Vesuvio, Sorrento, Capri, Ischia formano una vera e propria enclave turistica, che si distingue nella geografia del sud Italia, che, tranne alcune aree della Sicilia, resta praticamente sconosciuta al turismo nazionale e internazionale.
Al contrario, nelle località del golfo il turismo presenta ormai i connotati di un vero e proprio sistema economico e culturale, maturato nel corso della seconda metà dell’Ottocento, per molti aspetti su sollecitazione dei mercati esteri e spesso grazie a investimenti stranieri.
Su questo sistema negli anni tra le due guerre agiscono politiche turistiche diverse. Prima di tutto, essendo il golfo di Napoli meta di turismo internazionale, viene subito assunto ad esempio negativo dalla critica fascista al turismo: il peggiore turismo straniero è attratto dal degrado umano e ambientale della città di Napoli e da certe libertà di costume tollerate sull’isola di Capri. Tuttavia nel golfo – come in tante altre stazioni italiane di turismo internazionale – è impensabile rinunciare ai flussi di valuta dall’estero e dunque il regime interviene a diffondere un’immagine nuova di Napoli e di Capri.

 «Napoli, infatti, è la città alla quale il Governo Fascista, nei sei anni testè compiutisi dalla gloriosa Marcia su Roma del 1922, ha dedicato le maggiori e più amorevoli cure, risollevandola da quello stato di abbandono in cui era stata gettata dopo il ’60: da quell’epoca la luminosa città partenopea ha vissuto sulla inerzia del passato e nel vanto del suo mare, del suo cielo, del suo Vulcano, dei suoi “scugnizzi”. (…) Stiano tranquilli i poco generosi turisti che volevano vedere le nidiate di bimbi sudici e laceri, sempre scalzi, per i vicoli ed anche per le vie principali di Napoli; che ammiravano – per malvagità, crediamo – una numerosa famiglia tutta contenuta in uno dei caratteristici “bassi” adatti – e forse poco – ad una stalla: ora nulla più di simile potrà costituire godimento per loro: a Napoli è rimasto non il dono dell’inettitudine dei governi o dei dominatori, non la dolorosa miseria e lo spettacolo di un popolo che soffre, ma sono rimasti i doni della natura: le è rimasto il Golfo magnifico, le è rimasto il mare, i dintorni, la poesia, che d’ogni dove, dal petto dell’uomo alle cose tutte, intona la più bella, la più pura ed ispirata delle canzoni» (S., In margine ad una polemica. Che deve offrire l’Italia al turista?, in «Turismo d’Italia», n. 1, 1929.)

            Urgente appare anche una serie di interventi infrastrutturali, come ad esempio il collegamento direttissimo tra Roma e Napoli (1925), l’autostrada che congiunge Napoli a Pompei (1929) con diramazione verso Castellammare-Sorrento, la strada che unisce Mergellina a Posillipo, la funicolare che collega via Toledo al Vomero, il potenziamento dei collegamenti marittimi tra Napoli, Sorrento e Capri.
Intanto negli stessi tardi anni venti trovano attuazione le Aziende autonome di cura, turismo e soggiorno concepite in età liberale con la finalità di agevolare le amministrazioni locali negli investimenti turistici. In questo delicato e confuso passaggio istituzionale la geografia turistica del golfo di Napoli viene definita in maniera irreversibile. Turistiche (perché mete di turismo internazionale) sono considerate solo Sorrento e Capri. Le aspirazioni di sviluppo turistico espresse da tanta altra parte della provincia: da Somma Vesuviana a Torre del Greco vengono soffocate per sempre.

Anche in provincia di Napoli – come in tutte le altre province italiane – un Ente provinciale del turismo (organo corporativo) è dedicato alla gestione del comparto, in stretto raccordo con il potere centrale. Mentre le importanti località climatiche (Castellammare, Pozzuoli, Ischia) fanno spazio alle colonie balneari delle organizzazioni fasciste, le grandi attrazioni turistiche presenti sul territorio provinciale divengono mete dei viaggi, anche di nozze, e delle escursioni organizzate dall’Opera nazionale dopolavoro (Ond). Colonie e viaggi organizzati renderanno ancora più note e popolari le località del golfo, ma stavolta presso vasti e diversi segmenti di popolazione italiana.
 
Annunziata Berrino
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