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L’Alto Commissariato per la Città e la Provincia di Napoli. Le grandi opere
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Nel 1925 è istituito l’Alto Commissariato per la Città e la Provincia di Napoli, con ampi ed esclusivi poteri nel settore dei lavori pubblici, affidato a Michele Castelli, funzionario ministeriale di cultura liberale e formazione giolittiana. Negli anni della sua esistenza (1925-1936) sono realizzate importanti opere pubbliche, tra cui gli interventi portuali, è sistemata la zona industriale, la città di Napoli è dotata di infrastrutture e servizi.
Nel quinquennio 1925-1930, si realizzano così ex novo - o si ristrutturano - opere squisitamente demaniali come: la nuova diga foranea, le scogliere a difesa di via Partenope e Via Caracciolo; l'ex carcere di San Francesco e il completamento del nuovo Carcere di Poggioreale; numerosi edifici pubblici come il Museo Nazionale, la Biblioteca Nazionale (trasferita dal Palazzo degli Studi e sistemata in un'ala di Palazo Reale), il Museo della Floridiana, il Teatro San Carlo, l'Archivio di Stato; Palazzo Gravina, allora sede delle Poste (restauro della facciata) ed il nuovo edificio per i servizi postali alla Ferrovia; l'autostrada Napoli-Pompei di circa 20 chilometri; le sedi universitarie, riordinate ed ampliate; numerose scuole; nuovi rioni di case popolari ed economiche.
Si riorganizza la lunga arteria di collegamento est-ovest della città, attraverso la costruzione della Nuova Via Litoranea (oggi via Cesario Console, con i giardini e via Acton) e dei giardini del Molosiglio, con la demolizione del vecchio Arsenale; tale realizzazione viene integrata dalla breve strada tra Palazzo Reale e Castelnuovo (oggi via Parco del Castello) e, soprattutto, dalla Galleria della Vittoria, grandiosa opera di ingegneria, progettata e realizzata dall'ingegnere Michele Guadagno, la cui facciata su via Chiatamone è opera giovanile di Roberto Pane.
Per agevolare il traffico con Posillipo viene prolungato il ‘Corso Caracciolo’ - che si fermava a ‘Piazza Mergellina’ - fino a Villa Chierchia (l'attuale Largo Sermoneta) e viene ampliata e corretta nell'andamento planimetrico la stessa via Posillipo, con la creazione di alcune terrazze panoramiche e, soprattutto, della grande Piazza San Luigi. Si realizza inoltre il collegamento con Fuorigrotta e con l'area Flegrea, con il traforo della Galleria Laziale e, verso oriente, si crea una via di accesso alla nuova Autostrada Napoli-Pompei, per collegare l'area vesuviana.
Questa riorganizzazione di tutta la fascia costiera della Città è possibile grazie al completamento della "colmata" del mare, progettata e parzialmente realizzata ai primi del secolo, e del Nuovo Rione Santa Lucia. Viene anche ricostruito - in soli due mesi e con la spesa di lire ottantamila - il Ponte di Castel dell'Ovo, originariamente in ferro.
Particolare attenzione si dà ai monumenti della Città. Ma si realizzano anche - attraverso convenzioni tra il Comune e gruppi finanziari ed imprenditoriali - tutta una serie di ‘piani parziali’ promossi dall'Alto Commissario e dalla stessa Amministrazione Comunale, e così nascono rioni nuovi, essenzialmente di edilizia popolare, e vengono completati o modificati altri quartieri già esistenti. Nella zona orientale: Arenaccia e S. Eframo/Ottocalli. Nell'area occidentale: Sannazaro-Posillipo e Fuorigrotta. Nel centro ed in collina: Materdei e Arenella.
Si effettuano importanti lavori di ampliamento degli acquedotti e le opere fognarie; la creazione dei Mercati generali, della peschiera, del mercato ittico, della Centrale del latte, del Mattatoio comunale; l'ampliamento dei cimiteri.
Sono in poco tempo realizzati i nuovi porti di Sorrento e Capri, è portato a termine l'ampliamento del porto di Napoli verso oriente fino al pontile Vigliena. Questi lavori rispondono anche alla decisione di aprire la città al Mediterraneo.
A prevalere è «l'estetica futurista e macchinista, per cui il porto non appare più come caratteristica naturale e pittoresca di una città che trae la sua linfa vitale dal suo rapporto diretto con il mare, bensì come realtà infrastrutturale», protetta da grandi opere foranee e contrassegnata da un susseguirsi di banchine, pontili d'acciaio inclinati, svettanti gru a capra zoppa e a cavalletto, docks, impianti elevatori, ecc.
Si realizza uno scenario "avveniristico", dominato da una logica essenzialmente funzionale e da una modernità affidata alla ridondanza degli elementi tecnologici di gusto ingegneristico. Le opere pubbliche realizzate trasformano per larga parte il volto della città, dotandola di infrastrutture e servizi mai visti in precedenza.
Renata De Lorenzo |
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