Tra le due guerre - Servizi e infrastrutture - Trasporti
La metropolitana e direttissima Napoli-Roma

La principale infrastruttura ferroviaria costruita durante il fascismo, che riguarda Napoli e la sua provincia, è la direttissima Napoli-Roma ed il suo importante tronco metropolitano. In realtà il regime fascista se ne gloria, ma in effetti i lavori erano iniziati molto prima e solo il suo completamento avviene in questo periodo, nell’ambito della politica del regime a favore dei collegamenti veloci. D’altra parte della direttissima si parla da decenni, per la sua lampante utilità, perché riduce il percorso di circa 46 km, grazie ad un tracciato esterno non lontano dal mare, e perché può essere percorso a grande velocità, grazie al minor numero di curve e di fermate intermedie.

           

         La direttissima Napoli-Roma viene costruita con esasperante lentezza a partire dal 1906 in 21 anni di lavori, con in mezzo la prima guerra mondiale; e per arrivare all’inizio dei lavori ci sono voluti, a partire dal 1871, decenni di discussioni, ordini del giorno, interpellanze parlamentari, pressioni politiche dei deputati napoletani sui governi; finanche l’avevano prevista varie leggi, che si occupavano delle nuove linee ferroviarie o della riorganizzazione del sistema ferroviario italiano, individuando il percorso e prescrivendo i tempi di esecuzione, puntualmente disattesi.
           La situazione viene sbloccata nel 1905 dopo la costituzione delle Ferrovie dello Stato; una legge del 9 luglio stabilisce un primo finanziamento e l’inizio dei lavori. Ma i tempi non possono essere celeri; le difficoltà tecniche sono molte, soprattutto in relazione alla costruzione di tanti chilometri in galleria; né mancano gli impacci burocratici, le sospensioni in attesa dei rifinanziamenti ed altri problemi amministrativi. Solo nel 1907 si dà quindi inizio ai lavori per il tronco tra il fiume Amaseno e Formia, in territorio laziale, che include le gallerie di Montorso (7,400 km) e della Vivola; e solo nel 1911 comincia la costruzione del tratto Napoli-Pozzuoli.
Questo tratto è di fatto la metropolitana di Napoli, perché include quattro fermate intermedie nel cuore della città, oltre ad alcune altre nel territorio comunale. Allo scopo viene costruita la lunga galleria urbana di 5,5 km, tra la Stazione centrale e Mergellina e la galleria di Posillipo, di 1,5 km, tra Mergellina e Fuorigrotta. Anche nel tratto tra Napoli e Pozzuoli viene realizzata una galleria, detta dei Campi Flegrei (1,7 km), sotto l’orlo del vulcano Solfatara. Alla Ferrovia è costruita un’apposita stazione in sotterraneo, detta piazza Garibaldi. Dopo la stazione, la linea prosegue verso sud e si ricongiunge con la Napoli-Salerno, per cui la direttissima e metropolitana assume anche la valenza di efficace passante ferroviario sulla longitudinale tirrenica.
I lavori vanno avanti lentamente, rallentati anche, e poi sospesi (1917) a causa della prima guerra mondiale; la ripresa avviene solo nel 1920, ma sempre con lentezza e fondi stanziati in modo altalenante. La politica del fascismo a favore delle direttissime consente lo sforzo finale per il completamento. Il 20 settembre 1925 è aperto il primo tratto, quello cittadino da Napoli a Pozzuoli Solfatara di 14,494 km e poi finalmente il 28 ottobre 1927 è inaugurata l’intera linea, di 215 km.
Fin da subito la linea viene elettrificata per il tratto fra Napoli e Villa Literno, dove subentra la trazione a vapore. Per l’elettrificazione completa bisognerà attendere gli anni trenta.

Silvio de Majo

 
 
Bibliografia  
Istruzione Pubblica

Porti, interporti, ponti e strade

Trasporti