L'età napoleonica - Servizi e infrastrutture - Sanità e beneficenza - La sanità

Riforme e istituzioni della sanità

La Ven. Maria Lorenza Longo, fondatrice dell'Ospedale degli Incurabili

Nell'Ancien régime le forme di cura organizzata si inseriscono essenzialmente nel rapporto fra l'uomo e la morte, ma soprattutto nel rapporto fra l'uomo povero e la sua morte. Gli ospedali sono meri "depositi" di ammalati. Il 23 giugno 1807 Giuseppe Bonaparte riorganizza le strutture sanitarie in una prospettiva che riconosce al governo poteri di indirizzo e di intervento e stabilisce (decreto n. 164 del 23 giugno 1807) che: a) tutto ciò che concerne la salute pubblica sarà compreso tra le attribuzioni del Ministero dell'Interno; b) in conseguenza, il tribunale e la soprintendenza della salute di Napoli, i tribunali e le deputazioni di sanità esistenti nel regno, i lazzaretti, i conservatori di sanità ed ogni altro stabilimento di simil natura dipenderanno essenzialmente dal Ministero dell'Interno. Il Supremo Magistrato di Sanità è reso permanente, in modo da assicurare l'effettivo ed adeguato esercizio dei compiti affidati ai suoi uffici. In concomitanza del rafforzamento dell'esercito, anche gli ospedali militari sono dichiarati permanenti ed è istituito il ruolo dei medici militari, cerusici, speziali, infermieri, economi, magazzinieri e dispensieri (decreto n. 206 del 26 luglio 1807). Nel progetto di razionalizzazione delle strutture sanitarie avviato dai francesi rientra la riorganizzazione in sei organismi degli stabilimenti di beneficenza destinati ad accogliere gli infermi (decreto n. 460 del 12 sett. 1809), l'istituzione di ospedali per specifiche malattie e la separazione dei malati in reparti che vanno oltre la suddivisione per sesso: ospedale di Sant'Eligio, per donne affette da malattie acute; ospedale della Cesarea, per uomini affetti da malattie acute; ospedale della Pace, per poveri di sesso maschile affetti da malattie acute; ospedale degli Incurabili, per malati di entrambi i sessi, senza distinzione di nazionalità e di età e per qualunque malattia cronica; casa della Torre del Greco, succursale degli Incurabili, destinata col decreto del 1809 ad accogliere i pazzi; ospedale della SS. Trinità dei pellegrini, per i convalescenti.

Ospedale S. Maria del popolo degli Incurabili: il grande portale di ingresso in piperno vesuviano

Il potere di intervento del governo in materia sanitaria è affiancato dall'azione degli Intendenti (decreto n.493 del 16 ottobre 1809), che presiedono i Consigli provinciali degli ospizi, con il compito di «sopravvegghiare a tutti gli interessi degli ospizi, ospedali e degli altri stabilimenti ch'esistono nelle Comuni». Per l'ammissione degli ammalati e dei poveri nelle case di carità ai Consigli si aggiungono le Commissioni amministrative. Il Comitato centrale di beneficenza, istituito a Napoli (decreto n. 191 del 18 ott. 1808), organizza "a domicilio" cure sanitarie e vaccinazioni. Nel 1813 Gioacchino Murat pone alle dipendenze del ministero dell'Interno l'antico istituto del Protomedicato, che esercita la vigilanza sui medici e chirurghi, e su tutte le antiche arti salutari considerate minori, quelle esercitate da salassatori, levatrici, brachierai, erniari, curapiedi, limatori di calli, stufatoli, conciaossa, barbieri, speziali manuali e speziali di farmacia, droghieri, semplicisti e erboristi. Con la riapertura (decreto 24 maggio 1810) del Collegio medico-cerusico degli Incurabili nel gennaio del 1813 (il Collegio era rimasto chiuso in seguito agli eventi del 1799) il sovrano avvia il rinnovamento delle istituzioni deputate all'insegnamento della medicina.

Gabriella Botti

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