L'età napoleonica - Cultura e Patrimonio - Promozione delle arti

L’età murattiana e la promozione delle arti: l’Accademia

Per lo sviluppo delle arti a Napoli in epoca murattiana il polo aggregante delle realtà artistiche e luogo di dibattito è l'Accademia di Belle Arti, delegata al rafforzamento dell'educazione artistica e al rinnovamento, cui si provvede con la chiamata alla direzione, nel 1806, di Jean Baptiste Wicar, un artista "alla moda" formatosi con David. Si rafforza durante il Decennio francese la graduale penetrazione del gusto neoclassico. Ulteriore stimolo in questo senso è legato al soggiorno napoletano di Antonio Canova; lo scultore di Possano, oltre a destare grande interesse per le sue opere nei committenti napoletani, lascia segni duraturi soprattutto nel campo della scultura.

Jean Baptiste Joseph Wicar, autoritratto Andrea Appiani, ritratto di Antonio Canova

La testimonianza del suo inserimento nel tessuto artistico napoletano, in particolare in quello dell'Accademia, è data dalle osservazioni nel suo Diario di Viaggio a Napoli, ricco di osservazioni, soprattutto sull'educazione impartita agli allievi dell'istituto napoletano che egli giudica «troppo pieni di libertà che li sembrano essere per la strada». Proprio nella riorganizzazione dell'Accademia si misura la volontà riformatrice dei francesi in campo istituzionale. La politica dei napoleonidi, con il rinnovamento nell'amministrazione dello Stato, incide nel campo dell'arte con un generale riammodernamento del "sistema" culturale e col suo adeguamento al modello d'oltralpe. In questo quadro va letta l'istituzione da parte di Murat di una serie di mostre periodiche, in cui vengono presentate opere di pittura e scultura accanto a prodotti d'arte applicata, per stimolare, sull'esempio dei Salons francesi, la positiva concorrenza e lo spirito di emulazione di artisti ed artigiani. La prima mostra è organizzata nel 1808, ma ha una forma quasi sperimentale, quindi non è troppo amplia; l'edizione del 1809 segna invece la partenza vera e propria di queste iniziative, per il coinvolgimento di artisti stranieri e di dilettanti, una commissione giudicatrice e premi finali. Si comprende che le esposizioni sono strettamente connesse alla attività dell'Accademia di belle arti se si considera che quelle relative alle arti "maggiori" vengono sospese dopo l'allontanamento di Wicar dall'istituto, per poi continuare dal 1810 al 1813 solo per le manifatture: un evidente tentativo d'incentivo alle industrie regnicole.

Patrizia Piscitello

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