L'Italia unita - Eventi - Risanamento

Il Risanamento

La Legge per il risanamento della città di Napoli è varata dal Parlamento il 15 gennaio 1885, anche se si devono aspettare quattro anni per l’inizio dei lavori. Con essa si decide di agire su più fronti: il risanamento e l’ampliamento dei quartieri dove maggiormente si era diffusa l’epidemia di colera dell’anno precedente, dove vive ammassata in condizioni di estremo degrado igienico ed edilizio una popolazione di circa 200.000 abitanti, con una densità che va dai 1.200 abitanti per ettaro ai 2.600 nelle zone più affollate; la ristrutturazione del sistema fognario; l’approvvigionamento idrico dal nuovo acquedotto del Serino. L’intervento più significativo in campo edilizio è quello destinato allo “sventramento” dei quartieri più malsani, secondo un’espressione che si inizia a usare in quegli anni per indicare la volontà di arrivare al centro del degrado, per estirparlo con l’acqua potabile, con fogne efficienti, con strade larghe, con edifici ariosi. L’espressione «sventrare Napoli» viene adoperata dal presidente del consiglio Agostino Depretis nella sua visita a Napoli in occasione del colera, ma viene ripresa polemicamente dalla giornalista e scrittrice Matilde Serao nell’opera Il ventre di Napoli. Rivolgendosi a Depretis la Serao scrive: «Sventrare Napoli? Credete che basterà? Vi lusingate che basteranno tre, quattro strade, attraverso i quartieri popolari, per salvarli? Vedrete, vedrete, quando gli studi, per questa santa opera di redenzione, saranno compiuti, quale verità fulgidissima risulterà: bisogna rifare».

Claudia Petraccone

Epidemie

Calamità naturali

Risanamento
 
   
     
     
     
   
 
Bibliografia